30/11/10

operazione Gdf frodi carosello



SORA / CASSINO / PONTECORVO / NOVARA / VERBANIA: MAXI-EVASIONE FISCALE INTERNAZIONALE EFFETTUATA CON UNA “FRODE CAROSELLO”.
LA GUARDIA DI FINANZA SCOPRE OLTRE 100 MILIONI DI EURO SOTTRATTI AL FISCO.
IN CORSO SEQUESTRI DI BENI PER DECINE DI MILIONI DI EURO, UNA PERSONA ARRESTATA E DICIOTTO DENUNCIATE.

Giravano in Ferrari, facevano vacanze sui loro yacht di lusso, nei più esclusivi resort, in sontuose ville della Costa Smeralda.

Il tutto, a spese dei contribuenti italiani, ai quali il gruppo di evasori fiscali indagati sottraeva, ogni anno, milioni e milioni di euro.

Lo sfarzo e la ricchezza ostentata, tuttavia, non sono sfuggiti all’osservazione attenta del territorio svolta dalla magistratura e dalla Guardia di Finanza, che senza soluzione di continuità persistono nella lotta alle frodi ed alle evasioni fiscali, contro la forma subdola di criminalità che i criminologi americani definiscono “white collars’ crime”, cioè il “crimine dei colletti bianchi”, perpetrato da persone in giacca e cravatta, con profonde conoscenze giuridiche e d’impresa, grandi disponibilità patrimoniali e finanziarie ed una capacità di operare agevolmente oltre i confini nazionali.

Si tratta di una categoria di reati difficili da accertare, che permettono di incamerare immensi guadagni illeciti: i frutti dell’evasione fiscale, del riciclaggio e degli altri reati finanziari, tuttavia, creano alla collettività danni ben più profondi e strutturali rispetto ad altri reati di allarme sociale, quali i furti e le rapine.

Infatti, chi ruba risorse ed imposte allo Stato ruba a tutta la collettività: ciascun cittadino onesto sarà tenuto quindi a versare più tasse per coprire quelle non versate dagli evasori, ed al contempo usufruirà di servizi pubblici (sanità, istruzione, servizi sociali, sicurezza) più scarsi e meno efficienti.

Tutto ciò a scapito, soprattutto, dei più poveri, e di coloro che vivono nella marginalità sociale con redditi bassissimi o nulli, lavoratori precari e disoccupati.

Anche la Ciociaria, dunque, non è esente dalle grandi truffe fiscali internazionali, dalle così dette “frodi carosello”.

Si tratta di una fattispecie di evasione fiscale internazionale, attuata attraverso una lunga serie di società, tutte fittizie ed intestate a prestanomi, che scaricano ognuna sull’altra il carico tributario, senza che nessuna lo versi allo Stato.

Questo è il panorama disvelato dall’ultima indagine della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Frosinone, denominata “Operazione Trick Truck”, in quanto basata su una truffa al Fisco italiano che veniva compiuta attraverso una fitta rete di società operanti nel settore dei trasporti.

Nell’ambito delle indagini svolte dalle fiamme gialle della provincia, alla base della truffa sono state individuate persone originari dell’Italia Settentrionale, della Sicilia e della Ciociaria, con grandi interessi economici in Piemonte, Lombardia, Campania, Basso Lazio, Polonia, Slovacchia, Romania, Svizzera e Gran Bretagna, che avevano come punto di riferimento per il Centro Italia le città di Sora, Cassino e Pontecorvo, dove avevano stretto accordi commerciali con operatori locali del settore dei trasporti ed avevano aperto la sede di diverse loro imprese, nonché le rimesse per i loro mezzi di trasporto, perlopiù tir ed autoarticolati.

Dalle indagini, tuttavia, è emerso che sia le imprese da essi controllate che quelle con cui avevano stipulato relazioni commerciali, erano solamente strumenti di una complessa e sofisticata architettura di evasione fiscale, che permetteva di scaricare il debito tributario dovuto allo Stato su imprese intestate a prestanomi che non avrebbero mai pagato le tasse o, addirittura, sarebbero fallite.

Il tutto, attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per decine e decine di milioni di euro.

Le investigazioni, durate circa due anni, hanno permesso di scoprire l’articolato meccanismo di frode, facendo ricorso ai classici strumenti della polizia giudiziaria e tributaria: perquisizioni, sequestri di documentazione, indagini sui conti bancari, interrogatori, verifiche fiscali e l’incrocio di una grande mole di dati acquisiti attraverso numerose banche-dati telematiche.

Al termine delle indagini, sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Cassino ed a quella di Nola, complessivamente, diciotto persone per diversi reati, tra i quali quelli di frode fiscale, di occultamento e distruzione della documentazione contabile e di riciclaggio; diversi sono i procedimenti penali in corso.

I responsabili della frode rischiano ora la reclusione, a seconda dei reati commessi da ognuno e del tipo di coinvolgimento, a un massimo di pena che può superare anche i dodici anni.

Nell’ambito di un filone di questa inchiesta, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino, Dott.ssa Alessandrina Tudino, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Dott.ssa Maria Beatrice Siravo, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di una persona, dimorante in Sora, che è stato tradotto presso la Casa Circondariale San Domenico di Cassino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.

La stessa Autorità ha inoltre emesso decreto di sequestro preventivo dei beni delle società e delle persone fisiche coinvolte, allo scopo di scongiurare che vengano compiuti ulteriori crimini e di garantire che la pretesa del Fisco possa essere onorata, evitando che i beni siano fatti sparire.

Nello specifico, sono in corso diverse operazioni finalizzate al sequestro di un immenso patrimonio costituito, tra l’altro, da:

 quote di due delle società coinvolte, aventi sede amministrativa in Cassino e in Roma;

 tre diversi immobili ad uso privato, siti in Piemonte, costituiti da due ville e da un appartamento;

 tre fabbricati rustici, ubicati in Piemonte;

 tre diversi immobili ad uso industriale e commerciale, tra i quali due stabilimenti industriali siti in Piemonte, nonché uffici commerciali e uno stabilimento industriale ubicato in Cassino;

 diversi box, autorimesse, depositi e stalle, ubicate in Piemonte;

 vari terreni, siti in Piemonte, per un totale di oltre 14 ettari.

Dal punto di vista fiscale, nei confronti delle società italiane coinvolte nel sistema di frode fiscale è stata accertata un’evasione della base imponibile ai fini delle imposte dirette di oltre 75.000.000 (settantacinque milioni) di euro non dichiarati, ai fini dell’imposta sul reddito delle attività produttive (Irap) di oltre 70 milioni, nonché di omessa dichiarazione di imposta sul valore aggiunto (IVA) per oltre 20 milioni di euro, oltre a 300.000 euro di ritenute sul lavoro dipendente non operate o intascate e non versate e a fatture per operazioni inesistenti per oltre 76 milioni di euro.

Tali somme sono state segnalate all’Agenzia delle Entrate per provvedere all’avviso di accertamento ed al recupero, ma le indagini della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica di Cassino non finiscono qui: dalla documentazione reperita nel corso delle perquisizioni, stanno emergendo prove di altre evasioni per decine e decine di milioni di euro.