29/05/12
D'Amata: sì al piano per l'eliminazione delle Barriere Architettoniche
DI ANGELO D'AMATA
Sono qui a riflettere sulla presenza delle numerose barriere architettoniche nella nostra città, la difficoltà di numerosi cittadini a fruire in modo accessibile dei servizi primari, in particolare mi rivolgo a quelle categorie ritenute protette: disabili, donne in stato di gravidanza ed anziani con difficoltà motorie.Si consideri in particolare il Lungoliri S.Spiridigliozzi e Via la Cupa, che presentano evidenti limiti legati alle numerose barriere architettoniche e l’elevata presenza di autoveicoli il più delle volte “sfreccianti “ non permettono un passaggio in sicurezza e non meno importante il concentrarsi dannoso delle PM10 polveri sottili nelle ore centrali del giorno (verificabile su qualsiasi sito a riguardo) l’unica strada con minore affluenza di autoveicoli sarebbe quella di “ Via dei Ferrari “ nei pressi della chiesa di San Bartolomeo , ma oggettivamente presenta delle grosse difficoltà dovute alle pendenze , perché non realizzare un percorso adatto ai soggetti su citati come accade in molti altri paesi ? eppure ci sono finanziamenti europei a riguardo . Ora la domanda è la seguente… a che punto sono la realizzazione dei P.E.B.A. o Piani per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche (art. 32 della legge 41/86 e art. 24 comma 9 della legge 104/92) obbligatori per legge pena il commissariamento “ad hoc” da parte della regione , essi sono uno strumento che ha la finalità di conoscenza delle situazioni di impedimento, rischio ed ostacolo per la fruizione di edifici e spazi pubblici. Questi piani rappresentano il punto di partenza per la redazione di Piani Pluriennali di Abbattimento delle barriere architettoniche. Considerando che alcuni comuni riservano alla realizzazione di interventi per le eliminazione delle barriera architettoniche il 10% per proventi annuali derivanti dalle concessioni edilizie e delle sanzioni in materia urbanistica ed edilizia potremmo farlo anche noi. Insomma, quella dei PEBA sembra realmente essere un'altra storia "molto italiana", dove una Legge dello Stato può essere tranquillamente ignorata dalla maggior parte di coloro che avrebbero dovuto applicarla già da più di venticinque anni (un quarto di secolo!). Credo che la politica debba riappropriarsi del suo ruolo antico , quello di far star meglio le persone, la famiglia deve tornare ad essere il punto cardine della società civile. Mi auguro che questo sasso nello stagno oltre all’acqua stagnante faccia scuotere le coscienze di qualcuno in quest’amministrazione.
Membro del direttivo U.D.C. Pontecorvo
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